Stato, mafia, servizi segreti, case editrici
e scrittori esordienti: tutto in un romanzo

Immaginate di aver vinto un concorso letterario e che una casa editrice vi contatti perché intenzionata a pubblicare il vostro libro.
Immaginate di preparare tutto il materiale richiesto dall’editore con dedizione e precisione, di salire sul bus che vi porterà alla sede della “vostra” casa editrice, di arrivare a destinazione e di consegnare finalmente il vostro manoscritto al suo destino.

Ora, se siete degli scrittori talentuosi, avrete anche immaginato che questa, per essere la trama di un romanzo, dovrà necessariamente prevedere qualche imprevisto tra “finalmente” e “destino”…

In effetti, è quello che succede in Contratto di edizione, il romanzo di Goran Radovar – uno pseudonimo con il quale l’autore si identifica nel protagonista della sua storia – edito da Fazi.

Un imprevisto, si diceva. Ma non uno qualunque se in gioco c’è la geografia politico-economica dell’Italia e se essa è nelle mani di una casa editrice che, nel manoscritto di un promettente scrittore, trova non solo la bella opera destinata ad arricchire il proprio catalogo, ma anche dei compromettenti documenti, lì a testimoniare la collusione fra Stato e mafia.

Rewind. Tutto inizia quando Ettore, ex poliziotto passato ai servizi segreti, famoso per essere un uomo integerrimo e incorruttibile, entra eroicamente in possesso di quelle riservatissime carte, nonché dell’agenda rossa di Borsellino.
Materiale scottante che cerca di mettere al sicuro, trasmettendolo a un suo amico avvocato, nella consapevolezza che lui, al sicuro, non c’è più. Assassinato di lì a poco, infatti, toccherà all’amico fare in modo che quei documenti percorrano la giusta (con la G grande) strada. Ma la storia si ingarbuglia: l’avvocato, pedinato dai sicari mafiosi mentre porta in salvo quella “dinamite di carta”, riesce a infilare i documenti tra i fogli del manoscritto di Goran Radovar, al quale si presenta come talent scout di una grande casa editrice su quel bus che avrebbe lasciato l’aspirante scrittore alla sede della Danieli editore.

L’intreccio si snoda tra le azioni della mafia, che ha in pugno le istituzioni, periferiche e centrali, con conseguenti morti e spargimento violento di sangue, da un lato, e, dall’altro, un giornalista, un editore – con il suo staff – e uno scrittore che non vogliono arrendersi al ricatto delle cosche e lottano per la giustizia e per l’urgenza di dare voce alla verità, proseguendo l’impresa iniziata dal coraggioso Ettore. E, con qualche compromesso e attraverso un percorso difficile e doloroso, ci riescono.

Si tratta di un romanzo che si sporca le mani mescolando realtà e finzione, in un gioco di specchi in cui la prima rimanda alla seconda e viceversa, aspirando ad apparire concreta e tangibile grazie al libro stesso in cui prende vita: solo alla fine, infatti, si scopre che la “vittoria” maggiore dei protagonisti sta proprio nel volume che il lettore ha tra le mani.
Un volume che si colora di rosso realmente e metaforicamente, dal «Confidential» della prima di copertina, al sangue versato tra le righe, all’agenda scomparsa dopo l’attentato del magistrato antimafia. Proprio questo rappresenta un elemento di ancoraggio alla realtà “vera”, dal momento che nel romanzo la sorte di quell’agenda misteriosa non è tracciata; un po’ come dire: «Va bene, ci abbiamo costruito su una storia, ma non scherziamoci perché certi spaventosi misteri sono ancora lontani dall’essere spiegati».

Scuotere le coscienze? Non è possibile stabilire se tra gli intenti dell’autore ci fosse quello di conseguire questo risultato. Sicuramente ha raggiunto l’obiettivo di portare in scena una vicenda originale, che solletica la mente e si dipana in uno stile volutamente artificioso, quasi a voler riprodurre una realtà – con riferimento alla politica e alla sua organizzazione – spesso percepita come autoreferenziale, ripiegata su stessa e sui propri meccanismi.

Un giallo politico, quindi, che dà all’editoria la responsabilità di risolvere l’ingarbugliata e drammatica vicenda, conferendole il nobile incarico di (ri)costruire la coscienza critica dell’opinione pubblica. È proprio una casa editrice a rappresentare uno dei luoghi principali dell’azione del romanzo – attraverso cui, peraltro, vengono svelati i retroscena, i ruoli e le professionalità coinvolte nel processo di pubblicazione di un libro (elemento, questo, che seduce la gran parte dei lettori) – e che potrà portare a termine quell’incarico solo passando, prima, attraverso il digitale.
Spunto di riflessione, perciò, sul rapporto tra editoria tradizionale e non, con il quale oggi ogni aspirante scrittore si trova, probabilmente, a confrontarsi.

Cari emergenti, per sicurezza, da oggi in poi, evitate di prendere il bus per consegnare il vostro romanzo all’editore che dovesse mostrarsene interessato.

Radovar_Fazi

 

Autore: Goran Radovar
Titolo: Contratto di edizione
Editore: Fazi editore; www.fazieditore.it
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 368
Formato: 14x21cm
Prezzo: 12,50 €

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