Scheda di valutazione

La scheda di valutazione

 

 

Quando si legge un racconto o un romanzo, ci si mette comodi e rilassati per poterlo godere e assaporare pagina dopo pagina, al di là del giudizio che matureremo via via e, soprattutto, alla fine.
La lettura di un testo inedito richiede lo stesso approccio, con la sola differenza che, se siamo davanti a un libro-non-(ancora?)-libro, probabilmente ci stiamo per lavorare, e non per intrattenimento. Tuttavia ciò non deve essere fonte di pregiudizio. Questa dovrebbe essere la prima condizione per poter elaborare una valutazione oggettiva del manoscritto, assieme alla necessità di non farsi influenzare dai propri gusti personali.

Il parere che un esperto del settore matura rispetto a un inedito trova la sua formulazione compiuta all’interno della scheda di valutazione. Si tratta di un documento scritto nel quale si esamina a 360° il testo. La scheda spiega perché e da quali punti di vista il testo possa essere considerato pubblicabile oppure no e quali sono gli eventuali interventi necessari affinché diventi spendibile sul mercato editoriale.
È, quindi, il risultato di una lettura attenta e critica – da condividere con l’autore o con una casa editrice – che ha sviscerato tutti gli elementi del manoscritto.

Innanzitutto gli elementi contenutistici.
Il punto di partenza sarà, perciò, la sinossi, cioè l’esposizione di un breve riassunto del testo letto, utile a interpretare correttamente l’analisi della trama.
La trama, infatti, è lo scheletro di un’opera. Deve risultare coerente, “accompagnare” l’evoluzione dei diversi avvenimenti che si susseguono e presentare un suo equilibrio che la faccia “funzionare”, anche in considerazione del genere letterario in cui il testo si inserisce. Analizzarla significa, appunto, mettere in evidenza se sotto questi aspetti ci sono o meno inconvenienti e, se sì, di quale entità (irrecuperabili?).
Segue l’analisi dell’ambientazione. Da questo punto di vista va valutato se le scelte effettuate risultano efficaci. E l’efficacia dipende dal messaggio di cui l’ambientazione si fa portatrice nell’economia complessiva del racconto, nonché dalla sua “utilità” rispetto all’intreccio.
Non ci sono regole decise a tavolino a stabilire che una tale ambientazione è meglio di un’altra: in questo senso, semmai, esistono delle “mode”, dettate un po’ anche dai tempi e dall’immaginario . L’unica vera norma consiste nella conoscenza non superficiale e, quindi, approfondita, dell’ambientazione individuata e utilizzata. Diversamente, emergeranno delle falle descrittive e/o la sensazione di trovarsi in un contesto svincolato dalle azioni e dai personaggi che in esso stesso si muovono.
L’osservazione dei personaggi è un altro elemento portante della valutazione. La loro riuscita non dipende solo dalle caratteristiche – fisiche e caratteriali – che si attribuiscono a ciascuno di loro, ma anche dalle azioni che essi svolgono e dalle parole che pronunciano. La loro presenza deve essere “attiva”: i personaggi non devono subire la storia, ma darle vita pagina dopo pagina, rivelando il loro spessore e la non linearità che appartiene all’uomo. Se, invece, risultano essere marionette nelle mani dell’autore, sempre uguali a sé stessi, privi di una volontà propria e incapaci di suscitare simpatia o antipatia, significa che non funzionano e ciò può pregiudicare del tutto un giudizio positivo dell’opera.
Infine, bisogna passare in rassegna le tematiche che il testo affronta, sia per definire il target, anche in considerazione degli altri elementi, sia per cogliere le suggestioni, esplicite e non, ivi contenute, frutto della cultura, degli interessi e delle conoscenze personali dell’autore che egli dissemina, spesso anche involontariamente, nel suo scritto, delineando così un orizzonte di riferimento.

Appurato il quadro contenutistico, si passa agli elementi formali, cioè al modo in cui il testo è scritto.
Si esaminano, quindi, la sintassi, la grammatica e il lessico e, nella fattispecie, la padronanza che l’autore dimostra di avere (o no) degli stessi. Una valutazione mira a capire quanto essi pregiudichino, o al contrario supportino, la comprensibilità d’insieme e lo scorrere della narrazione.
Si tratta, infatti, di elementi che devono apparire funzionali alla tipologia di testo e alle sue caratteristiche contenutistiche e che da queste ultime devono essere a loro volta influenzate.
In particolare, dal punto di vista grammaticale (vale a dire, del rispetto di quell’insieme di norme che regolano la lingua), l’analisi di un inedito non è una “caccia” agli errori oggettivi che il manoscritto contiene – che, di solito, qualora fossero anche sistematici e, cioè, non dovuti a “distrazione”, non sono mai irreversibili –, ma di essi deve certamente prendere atto. Per quanto riguarda, invece, la sintassi e il lessico, una valutazione critica deve poterne “pesare” l’interazione reciproca, al fine di individuare lo stile dell’autore: ciò che lo rende “unico” e diverso rispetto ad altri.
Lo stile è una combinazione di più elementi, è un insieme di cose che stuzzicano la sfera emotiva. Definirlo significa comprendere la maniera in cui l’autore è stato capace di coordinare tra loro tali elementi, che riguardano non solo l’articolazione delle singole frasi e delle singole parole nella frase, la selezione dei vocaboli e la circoscrizione del registro di riferimento anche in considerazione del genere letterario. Riguardano, altresì, il rapporto tra il narratore e la storia raccontata e tra questi e il lettore, la relazione tra le parti dialogiche e quelle narrative, l’uso della punteggiatura e le scelte relative alla struttura generale. Tutti aspetti che una lettura critica deve passare al vaglio.

Alla luce del quadro generale che così si è delineato, è possibile fare un “elenco” dei punti forti e di quelli deboli del testo e, a seconda della loro natura e del loro rapporto vicendevole, esprimere un giudizio complessivo.
Se i primi sono inferiori ai secondi, tendenzialmente il parere sarà negativo, a meno che non ci sia la possibilità di intervenirvi per risolverli.
Una scheda di valutazione, infatti, contiene anche dei consigli editoriali, cioè dei suggerimenti per poter migliorare il manoscritto; ciò vale anche quando le conclusioni sono positive, ma sono stati individuati aspetti perfettibili o criticità arginabili.

Infine, la scheda di valutazione riporta le annotazioni relative alla spendibilità editoriale del manoscritto. In particolare, si pronuncia sulla possibilità di crearsi un pubblico, e di che tipo, e sulla particolare destinazione che esso potrà eventualmente avere.

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