Editing e correzione di bozze:
che differenza?
Editing e correzione di bozze rappresentano spesso, nell’immaginario comune, una coppia di fatto. Il rischio è che ciascun membro perda la propria individualità.
Molte volte è successo che gli autori che hanno contattato edillia non fossero consapevoli della differenza tra le due attività e, così, finivano per chiedere informazioni sull’una ottenendo risposte sull’altra.
Un po’ di chiarezza, quindi, non guasta.
L’editing consiste nella cura redazionale di un testo in vista della sua pubblicazione.
Si tratta di una lettura attenta, critica e profonda volta a migliorarlo, a “tirarlo fuori” dal suo stato grezzo.
Significa che – oltre a verificare la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi – l’editing ambisce a rimuovere i difetti del testo dal punto di vista dell’organizzazione strutturale, dell’architettura generale, della coerenza interna e dell’adeguatezza dello stile; analizza l’esattezza dei contenuti e la corrispondenza con la realtà delle affermazioni (scientifiche, storiche, ecc.) che lo scritto riferisce.
L’editor, quindi, scompone e ricompone, taglia, sposta, aggiunge, scrive e (se necessario) riscrive, secondo precise logiche e metodi.
La correzione di bozze è una lettura che mira a limare e raffinare il manoscritto, ripulendolo da errori di battitura e imprecisioni formali.
A rigore dovrebbe essere un passaggio successivo all’editing, poiché in quella fase sul testo dovrebbero (!) ormai esserci per lo più solo piccole sbavature che, quindi, il redattore provvederà a emendare.
Quest’attività, inoltre, dovrebbe riguardare il testo già impaginato, vale a dire la bozza, appunto, sulla quale operare più letture (“giri di bozza”).
Sulla bozza il redattore mette in atto non solo gli interventi macroscopici di “sgrassatura” del testo, ma anche quelli volti a rendere le pagine di facile e gradevole lettura dal punto di vista “visivo”, eliminando (o almeno riducendo) le brutture grafiche. Valuta, quindi, la sua resa tipografica e verifica tutti quegli elementi che appartengono alla “composizione” vera e propria del testo (la corretta progressione delle note, l’organizzazione dei titoli e dei paragrafi, i margini, la corrispondenza tra immagini e didascalie, ecc.) e alla sua “formattazione” (corsivi, font, ecc.).
Si tratta, perciò, di due attività con scopi diversi. Tuttavia i loro confini non sempre sono nettamente demarcabili e nella realtà i due piani possono confondersi, fino anche a sovrapporsi.
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