«Un buon editor è una cosa magnifica»

«Un buon editor è una cosa magnifica»

Un buon editor è una cosa magnifica

Il mio consiglio è di insistere affinché il vostro editor sia brutale – devono esserci segni rossi su ogni pagina. Almeno nella mia esperienza, il libro comincia a farsi decente solo in questa fase, a mano a mano che tutti i fronzoli e le digressioni vengono soppressi.  […] Un buon editor è una cosa magnifica.

*** Jonah Lehrer ***

tratto da Steve Silberman, “Practical Tips on Writing a Book
from 23 Brilliant Authors”

Il vento contrario: per far volare gli aquiloni bisogna aspettarlo…

Il vento contrario: per far volare gli aquiloni bisogna aspettarlo…

Il magico potere del riordino, Marie Kondo (Vallardi)

Il magico potere del riordino, Marie Kondo (Vallardi)

Il magico potere del riordino

 

Tra i buoni propositi di edillia, Il magico potere del riordino, best seller della scrittrice giapponese Marie Kondo, pubblicato da Vallardi nel 2014.

Organizzazione degli spazi domestici
=
serenità

Riordinare l’ambiente in cui viviamo può essere un rito liberatorio e di aumento dell’autostima.

L’editor non ha sempre ragione

L’editor non ha sempre ragione

Non è mai bello ammetterlo, ma è così: l’editor non ha sempre ragione.
Mi sembrava giusto “inaugurare” questa rubrica (rubrica?) dedicata alla Vita da editor con qualche riga scarsamente celebrativa per queste figure professionali.

La premessa è doverosa: un redattore non lavora soltanto nel suo ufficio o (se non ne ha uno…) alla sua scrivania. La sua è una delle categorie a maggior rischio di deformazione professionale. Perché non ci sarà mai parola scritta – dai bugiardini dei medicinali, ai dépliant delle offerte del supermercato, alle istruzioni della lavatrice – da cui non si sentirà urtato non appena scorgerà in essa il suo nemico.
Il refuso.

Le persone a lui vicine grideranno alla patologia. Faranno collette per far sì che possa permettersi delle serie cure perché, in fondo, è possibile comprendere come si fa la manutenzione della lavatrice anche se sul libretto delle istruzioni c’è scritto di aprire il cestelo.

Non è però il cestelo a urtare la sensibilità del redattore. Semmai lo è tutto il retroscena di quella l sfuggita. Probabilmente la possibilità di immaginare una delle seguenti situazioni:

1) un’azienda che ritiene superflua la presenza di una figura come la sua, cosa da cui sente sminuito il suo ruolo;
2) una mole di lavoro eccessiva che non ha permesso di dedicare a quel testo il tempo necessario a evitare svarioni;
3) una semplice e umana svista davanti alla quale si batterà il petto tutte le volte che potrà.

E lo farà davvero perché la sua ambizione è il testo perfetto e la sua maledizione è la consapevolezza che la perfezione non esiste.

Con questo non voglio dire di avere pietà per questi poveri fissati senza speranza. E nemmeno che sia giusto ritenere sostituibile, da chiunque parli semplicemente l’italiano, una figura come questa (vedi 1) o che sia possibile pensare di ottenere un testo impeccabile in poco tempo (e magari con compensi ristretti… vedi 2).

l'editor non è un fanatico

Voglio solo dire che l’editor, il redattore e il correttore di bozze possono (devono) essere bravi, meglio se bravissimi. Devono avere costantemente dubbi, di ogni tipo, e fugarli in ogni modo, possibile e impossibile. Devono consultare un dizionario o un’enciclopedia anche quando si sentono super sicuri.
Ma non sono né onnipotenti, né onniscienti. Né lettori ottici. E quindi (a volte), sbagliano.
Semplicemente, sbagliano.

Un’idea che nasce non può essere un’idea sprecata. Il blog di edillia

Un’idea che nasce non può essere un’idea sprecata. Il blog di edillia

Quando edillia ha visto la luce, avevo deciso che sarebbe stata accompagnata da uno spazio autonomo immolato alle “parole”. Il blog di edillia, appunto.
Poi, però, gli impegni iniziali, la necessità di capirci qualcosa di quel meraviglioso mondo che si chiama “burocrazia”, nonché un tocco di (legittima) pigrizia, hanno avuto la meglio su questa – sana o insana – decisione.

Tuttavia, un’idea che nasce non può mai essere un’idea sprecata.

E allora ho pensato che probabilmente avesse solo la necessità di maturare meglio, di trovare il percorso più adatto per esprimersi.

edi ’…ntorni, come ho deciso di chiamare il blog di edillia, ha conosciuto tempo fa una “prima bozza” che però non somigliava a quello che voleva essere o, meglio, sembrava non avere quella “libertà” entro la quale voleva muoversi. Si sentiva “ingessato”.

Più tardi, forse solo quando avevo ormai capito – non oso dire “imparato” – come gestire i tempi da dedicare al lavoro quotidiano, ho intuito le ragioni per cui quello spazio non riusciva a inserirsi nel mio tempo.
Ho percepito che era stato impostato in un modo forse un po’ lontano dallo spirito con cui avevo pensato di forgiare edillia.

Mi verrebbe voglia, allora, di raccontarlo un po’ quello spirito, quanto meno di condividerlo, perché è alla base di un’avventura, di un nome e di un modo di essere che è sgorgato anche dalla consapevolezza di ciò che sicuramente non voleva (e non doveva) essere. Magari, però, lo farò in un’altra occasione altrimenti rischio di divagare e di trascurare ancora questo spazio.

… che non ambisce a darsi un’identità precisa, se non quella di “contenitore” di ragionamenti ad alta voce, scriteriati e consapevoli, che possa scortare i macro e micro cosmi di carta e di parole in cui si rifugia chiunque abbia la curiosità verso qualsiasi cosa si possa scrivere e leggere.

Il blog di edillia

In questa scatola non ci saranno insegnamenti perché la bilancia penderà sempre dal lato delle cose da imparare. Ma lo “spaccato” di un’attività dedicata con realismo, umiltà e dedizione non compulsive alle combinazioni alfabetiche. Quello sì.